LVII Amico

“Quando fai ad alcuna tua richesta,
O vecchia ch’ella sia o giovanzella,
O maritata o vedova o pulzella,
Sì convien che·lla lingua tua sia presta
A·lle’ lodar suo’ occhi e bocca e testa
E dir che sotto ‘l ciel non à più bella:
“Piacesse a Dio ch’i’ v’avesse in gonella
Là ov’io diviserei, in mia podesta!”.
Così le’ déi del tutto andar lodando,
Chéd e’ nonn-è nessuna sì atempata
Ch’ella non si diletti in ascoltando,
E credes’esser più bella che fata;
E ‘mmantenente pensa a gir pelando
Colui che prima tanto l’à lodata.

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