LXV Amico

“Sovr’ogne cosa pensa di lusinghe,
Lodando sua maniera e sua fazzone,
E che di senno passa Salamone:
Con questi motti vo’ che·lla dipinghe.
Ma guarda non s’avegga che·tt’infinghe,
Ché non v’andresti mai a processione;
Non ti varrebbe lo star ginocchione:
Però quel lusingar fa che tu ‘l tinghe.
Chéd e’ n’è ben alcuna sì viziata
Che non crede già mai ta’ favolelle,
Perch’altra volta n’è stata beffata;
Ma queste giovanette damigelle,
Cu’ la lor terra nonn-è stata arata,
Ti crederanno ben cotà’ novelle.

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