XLVII L’Amante e l’Amico

Ragion si parte, quand’ella m’intese,
Sanza tener più meco parlamento,
Ché trovar non potea nullo argomento
Di trarmi de·laccio in ch’Amor mi prese.
Allor sì mi rimisi a le difese
Co’ mie’ pensieri, e fu’ i·maggior tormento
Assà’ ched i’ non fu’ al cominciamento:
No·mmi valea coverta di pavese.
Allor sì piacque a Dio che ritornasse
Amico a me per darmi il su’ consiglio.
Sì tosto ch’e’ mi vide, a me sì trasse
E disse: “Amico, i’ sì mi maraviglio
Che ciascun giorno dimagre e apasse:
Dov’è il visaggio tu’ chiaro e vermiglio?”.

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