XXXVII Ragione

“Falsar tal saramento è san’ peccato,
Poi te’ ciascun, secondo Dicretale,
Che, se l’uon giura di far alcun male,
         S’e’ se ne lascia, non è pergiurato.
Tu mi proposi che tu se’ giurato
A questo dio, che·tt’à condotto a tale
Ch’ogne vivanda mangi sanza sale,
         sì fortemente t’à disavorato.
E sì si fa chiamar il Die d’Amore:
Ma chi così l’apella fa gran torto,
Ché su’ sornome dritto sì è Dolore.
         Or ti parti da·llui, o tu se’ morto,
Né no’l tener giamà’ più a signore,
E prendi il buon consiglio ch’i’ t’aporto”.

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