CCXVIII (Senza titolo)

Di gran vantaggio fu ‘l carro prestato.
Venusso ben matin v’è su salita,
E sì sacciate ch’ell’era guernita
E d’arco e di brandon ben impennato;
E seco porta fuoco temperato.
Così da Ciceron sì s’è partita,
E dritta all’oste del figliuol n’è ita
Con suo’ colombi che ‘l carr’àn tirato.
Lo Dio d’Amor sì avea rotte le trieve
Prima che Veno vi fosse arivata,
Ché troppo gli parea l’atender grieve.
Venusso dritta a lui sì se n’è andata,
Sì disse: “Figliuol, non dottar, ché ‘n brieve
Questa fortezza no’ avremo aterrata.

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