XIII Franchezza

Sì com’i’ stava in far mia pregheria
A quel fellon ch’è sì pien d’arditezza,
Lo Dio d’Amor sì vi mandò Franchezza,
Co·llei Pietà, per sua ambasceria.
Franchezza cominciò la diceria,
E disse: “Schifo, tu·ffai stranezza
A quel valletto ch’è pien di larghezza
E prode e franco, sanza villania.
Lo Dio d’Amor ti manda ch’e’ ti piaccia
Che·ttu non sie sì strano al su’ sergente,
Ché gran peccato fa chi lui impaccia;
Ma sòffera ch’e’ vada arditamente
Per lo giardino, e no’l metter in caccia,
E guardi il fior che·ssì gli par aolente”.

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