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CXI Falsembiante

“Chi di cotà’ limosine è ‘ngrassato, In paradiso non dé atender pregio, Anzi vi dé atender gran dispregio, Almen s’e’ non è privilegiato; E s’alcun n’è, sì n’è fatto ingannato E ‘l papa che li diè il su’ collegio, Ché dar non credo dovria privilegio Ch’uon sano e forte gisse mendicato: Ché·lle limosine che son […]

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CX Falsembiante

“Ancor sì non comanda la Scrittura Che possent’uon di corpo cheggia pane, Né ch’e’ si metta a viver d’altrù’ ane: Questo non piace a Dio, né non n’à cura; Né non vuol che·ll’uon faccia sale o mura, De le limosine, alle genti strane; Ma vuol ch’uon le diparta a genti umane Di cui forza e

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CIX Falsembiante

“Io dico che ‘n sì grande dannazione Va l’anima per grande povertade Come per gran riccezza, in veritade; E ciaschedun dé aver questa ‘ntenzione, Ché ‘n un su’ libro dice Salamone: “Guardami, Idio, per la Tua gran pietade, Di gran ricchezza e di mendichitade, E dàmi del Tu’ ben sol per ragione. Ché que’ ch’à

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Dante Alighieri “Più splendon le Carte”

La Biblioteca Reale di Torino e la cattedra di Filologia e Critica dantesca dell’Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Studi umanistici), con la collaborazione della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e dell’Associazione Culturale MetaMorfosi, organizzano una mostra di codici, libri e documenti danteschi denominata «Più splendon le carte.» Manoscritti, libri, documenti, biblioteche: Dante “dal

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CVIII Falsembiante

“Ma quand’i’ truovo un ben ricco usuraio Infermo, vo’l sovente a vicitare, Chéd i’ ne credo danari aportare Non con giomelle, anzi a colmo staio. E quando posso, e’ non riman danaio A·ssua famiglia onde possa ingrassare; Quand’egli è morto, il convio a sotterrare, Po’ torno e sto più ad agio che gennaio. E sed

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CVII Falsembiante

“E quand’io veggo ignudi que’ truanti Su’ monti del litame star tremando, Che fredo e fame gli va sì acorando Ch’e’ non posson pregar né Die né ‘ santi, E ‘l più ch’i’ posso lor fuggo davanti, Sanza girne nessun riconfortando, Anzi lor dico: “Al diavol v’acomando Con tutti que’ che non àn de’ bisanti”.

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CII Falsembiante

“Sì prendo poi, per seguir mia compagna, Cioè madonna CostrettaAstinenza, Altri dighisamenti a sua voglienza, Perch’ella mi sollazza e m’acompagna; E metto pena perch’ella rimagna Comeco, perch’ell’è di gran sofrenza E sì amostra a·ttal gran benvoglienza Ch’ella vorrebbe che fosse in Ispagna. Ella si fa pinzochera e badessa E monaca e rinchiusa e serviziale, E

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CI Falsembiante

“I’ sì so ben per cuor ogne linguaggio; Le vite d’esto mondo i’ ò provate: Ch’un’or divento prete, un’altra frate, Or prinze, or cavaliere, or fante, or paggio, Secondo ched i’ veggio mi’ vantaggio; Un’altr’or son prelato, un’altra abate; Molto mi piaccion gente regolate, Ché co·llor cuopr’i’ meglio il mi’ volpaggio. Ancor mi fo romito

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