CVI Amore e Falsembiante

“Tu sì va’ predicando povertate
E lodila”. “Ver è, ad uopo altrui,
Ch’i’ non son già su’ amico, né ma’ fui,
Anzi le porto crudel nimistate:
Ch’i’ amerei assà’ meglio l’amistate
Del re di Francia che quella a colui
Che va caendo per l’uscial altrui
E muor sovente di necessitate.
E ben avess’egli anima di santo,
Il pover, no·mi piace sua contezza,
E più ch’i’ posso il metto da l’un canto;
E sed amor gli mostro, sì è fintezza.
Ma convien ch’i’ mi cuopra di quel manto:
Per mostrar ch’i’ sia buon, lor fo carezza.

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