IX L’Amante e Ragione

Dogliendomi in pensando del villano
Che·ssì vilmente dal fior m’à ‘lungiato,
Ed i’ mi riguardai dal dritto lato,
E sì vidi Ragion col viso piano
Venir verso di me, e per la mano
Mi prese e disse: “Tu·sse’ sì smagrato!
I’ credo che·ttu à’ troppo pensato
A que’ che·tti farà gittar in vano,
Ciò è Amor, a cui dat’ài fidanza.
Ma·sse m’avessi avuto al tu’ consiglio,
Tu non saresti gito co·llui a danza:
Ché, sie certano, a cu’ e’ dà di piglio,
Egli ‘l tiene in tormento e malenanza,
Sì che su’ viso nonn-è mai vermiglio”.

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