XCVII Falsembiante

“Chi della pelle del monton fasciasse
I·lupo, e tra·lle pecore il mettesse,
Credete voi, perché monton paresse,
Che de le pecore e’ non divorasse?
Già men lor sangue non desiderasse,
Ma vie più tosto inganar le potesse;
Po’ che·lla pecora no’l conoscesse,
Se si fuggisse, impresso lui n’andasse.
Così vo io mi’ abito divisando
Ched i’ per lupo non sia conosciuto,
Tutto vad’io le genti divorando;
E, Dio merzé, i’ son sì proveduto
Ched i’ vo tutto ‘l mondo oggi truffando,
E sì son santo e produomo tenuto.

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