CCXXI (Senza titolo)

Quando Venùs intese che Vergogna Parlò sì arditamente contr’a·llei, Sì gli à giurato per tutti gli dèi Ch’ella le farà ancor gran vergogna; E poi villanamente la rampogna, Dicendo: “Garza, poco pregerei Il mi’ brandon, sed i’ te non potrei Farti ricoverare in una fogna. Già tanto non se’ figlia di Ragione, Che sempre co’ […]

CCXX (Senza titolo)

Venusso, che d’assalire era presta, Sì comanda a ciascun ched e’ s’arenda O che la mercé ciascheduno atenda, Ch’ella la guarda lor tratutta presta. E sì lor à giurato, per sua testa, Ched e’ non fia nessun che si difenda, Ch’ella de la persona no·gli afenda: E così ciaschedun sì amonesta. Vergogna sì respuose: “I’ […]

CCXIX (Senza titolo)

“Figliuol mi’, tu farai un saramento, E io d’altra parte sì ‘l faròe, Che castitate i’ ma’ non lascieròe In femina che aggia intendimento, Né tu in non che·tti si’ a piacimento. Ed i’ te dico ben ch’i’ lavorròe Col mi’ brandone: sì gli scalderòe Che ciaschedun verrà a comandamento”. Per far le saramenta sì […]

CCXVIII (Senza titolo)

Di gran vantaggio fu ‘l carro prestato. Venusso ben matin v’è su salita, E sì sacciate ch’ell’era guernita E d’arco e di brandon ben impennato; E seco porta fuoco temperato. Così da Ciceron sì s’è partita, E dritta all’oste del figliuol n’è ita Con suo’ colombi che ‘l carr’àn tirato. Lo Dio d’Amor sì avea […]

CCXVII (Senza titolo)

Venusso sì montò sus’un ronzino Corsiere, ch’era buon da cacciagione, E con sua gente n’andò a Cicerone: Sì comanda che sia prest’al matino Il carro suo, ch’era d’oro fino. Imantenente fu messo i·limone E presto tutto, sì ben per ragione Che, quando vuol, puote entrar in camino. Ma non volle caval per limoniere Né per […]

CCXVI (Senza titolo)

“Molte salute, madonna, v’aporto Dal vostro figlio: e’ priegavi per Dio Che ‘l socorriate, od egli è in punto rio, Ché Gelosia gli fa troppo gran torto; Ch’ e’ nonn-à guar ched e’ fu quasi morto ‘N una battaglia, nella qual fu’ io. Ancor si par ben nel visaggio mio, Che molto mi vi fu […]

CCXV (Senza titolo)

Franchezza sì s’è de l’oste partita, E Amor sì·ll’à ben incaricato Che·lli dica a la madre ogne su’ stato, Com’egli è a gran rischio de la vita, E che sua forza è molto infiebolita: Ch’ella faccia che per lei si’ aiutato. Allor Franchezza sì à cavalcato, E dritto a Ceceron sì se n’è ita, Credendo […]

CCXIV (Senza titolo)

Molto durò tra·llor quella battaglia, Che ciascun roba e carni vi si straccia. L’un l’altro abatte per forza di braccia. Non fu veduta mai tal rapresaglia, Che que’ d’entro facien troppo gran taglia Di que’ di fuor; Amor allor procaccia Che tra lor una trieva sì si faccia Di venti dì, o di più, che […]

CCXIII (Senza titolo)

Quando Sicurtà vide ch’Ardimento Contra Paura avea tutto perduto, Sì corse là per dargli il su’ aiuto E cominciò il su’ torniamento. Ma contra lei non ebbe duramento: Paura quello stormo ebbe vincuto, E anche un altro, s’e’ vi fosse essuto. Ma Sicurtà sì ebbe acorgimento: Ispada e scudo gittò tosto in terra, E·mantenente con […]

CCXII (Senza titolo)

A la sua spada mise man Paura Per soccorrer Vergogna sua vicina: A Ben-Celar diè per sì grande aina Ched e’ fu de la vita inn-aventura. Contra lei battaglia poco dura: Ardimento s’occorse a la miccina Con una spada molto chiara e fina, E sì·lle fece molto gran paura. Ma tuttavia Paura si conforta E […]