Le rime XXX

Poscia ch'Amor del tutto m'ha lasciato, non per mio grato, ché stato non avea tanto gioioso, ma però che pietoso fu tanto del meo core che non sofferse d'ascoltar suo pianto; i' canterò così disamorato contra 'l peccato, ch'è nato in noi, di chiamare a ritroso tal ch'è vile e noioso con nome di valorecioè […]

Le rime XXIX

Ballata: la "donna disdegnosa" è la Filosofia, generosa con chi non l'abbandona Voi che savete ragionar d'Amore, udite la ballata mia pietosa, che parla d'una donna disdegnosa, la qual m'ha tolto il cor per suo valore. Tanto disdegna qualunque la mira, che fa chinare gli occhi di paura, però che intorno a' suoi sempre si […]

Le rime XXVIII

Risposta al sonetto Vai rivesti San Gal prima che dichi, con cui forse Forese Donati ha replicato al precedente sonetto di Dante (n. XXVII). Al verso due compare Monna Tessa, o Contessa, madre di "Bicci" Forese Donati. Forese risponderà col sonetto Ben so che fosti figliuol d'Alaghieri, col quale termina la tenzone. Bicci novel, figliuol […]

Le rime XXVII

Risposta al sonetto L'altra notte mi venne una gran tosse, con cui forse Forese Donati (Bicci) ha risposto al sonetto precedente (n. XXVI), toccando i temi dell'ingordigia (per cui Dante lo condanna all'Inferno nel III cerchio, dove si trovano i golosi) e della ladroneria. Ben ti faranno il nodo Salamone, Bicci novello, e' petti de […]

Le rime XXVI

Il sonetto è dedicato a Forese Donati, fratello di Corso e Piccarda ed è il primo della famosa tenzone tra Dante e Forese. I sonetti, scritti tra il 1283, anno della morte del padre di Dante cui lo stesso Donati si riferisce, e il 1296, anno della morte dello stesso Forese. Il sonetto è imperniato […]

Le rime XXV

Un dì si venne a me Malinconia E disse: «Io voglio un poco stare teco»; E parve a me ch'ella menasse seco Dolore e Ira per sua compagnia. E io le dissi: «Partiti, va' via»; Ed ella mi rispose come un greco: E ragionando a grande agio meco, Guardai e vidi Amore, che venia Vestito […]

Le rime XXIV

«Voi, donne, che pietoso atto mostrate, Chi è esta donna che giace sì venta? Sarebbe quella ch'è nel mio cor penta? Deh, s'ella è dessa, più non mel celate. Ben ha le sue sembianze sì cambiate, E la figura sua mi par sì spenta, Ch'al mio parere ella non rappresenta Quella che fa parer l'altre […]

Le rime XXIII

Onde venite voi così pensose? Ditemel, s'a voi piace, in cortesia, Ch'i' ho dottanza che la donna mia Non vi faccia tornar così dogliose. Deh, gentil donne, non siate sdegnose, Né di ristare alquanto in questa via E dire al doloroso che disia Udir de la sua donna alquante cose; Avvegna che gravoso m'è l'udire: […]

Le rime XXII

Di donne io vidi una gentile schiera Questo Ognissanti prossimo passato, E una ne venia quasi imprimiera, Veggendosi l'Amor dal destro lato. De gli occhi suoi gittava una lumera, La qual parea un spirito infiammato; E i' ebbi tanto ardir ch'in la sua cera Guarda', e vidi un angiol figurato. A chi era degno donava […]

Le rime XXI

Questa canzone è l'unica poesia in cui Dante fa esplicitamente il nome di Batrice (v. 14: "Per quella moro c'ha nome Beatrice".); la morte di Beatrice ha tolto e continua tuttora a togliere agli occhi la vera luce degli occhi. Lo doloroso amor che mi conduce A fin di morte per piacer di quella Che […]